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Copyright e intelligenza artificiale in breve

Scopri cosa prevede la normativa in materia di diritto d'autore, copyright e intelligenza artificiale in Unione Europea.

di Antonio Dello Iaco

Qual è la relazione tra copyright e intelligenza artificiale? L’ordinamento giuridico italiano e quello europeo si stanno evolvendo con molta rapidità. Tuttavia ci sono ancora tante questioni irrisolte.

Come funziona il diritto d’autore per i prodotti dell’intelligenza artificiale? Si applicano le stesse norme utilizzate per tutelare i opere artistiche, letterarie e industriali? Cerchiamo di fare chiarezza.

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Il copyright è un termine con il quale si definisce il diritto d’autore. Quando una persona realizza un’opera di qualsiasi tipo con l’uso della sua inventiva, intelligenza e capacità, diventa proprietaria della tutela legale del prodotto finale.

Quella persona possiede il diritto esclusivo di utilizzo dell’opera, anche se esistono delle eccezioni. Sono molte le tipologie di prodotti che possono essere protetti da copyright come:

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Come vedremo nei paragrafi successivi, la tutela del copyright per le opere generate con l’intelligenza artificiale è molto complesso. In assenza di una normativa strutturata, infatti, spesso si applicano leggi anacronistiche e inadatte a disciplinare questo nuovo campo di applicazione.

Per esempio, come spiegheremo tra poco, ci sono casi in cui le opere d’arte prodotte dell’IA sono state equiparate a creazioni prodotte da animali. Queste interpretazioni causano risultati paradossali e lasciano tante questioni irrisolte.

Per capire meglio il concetto, descriveremo in modo rapido come funziona oggi la tutela del copyright in ambito digitale e poi affronteremo il caso specifico dell’intelligenza artificiale.

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Con l’avvento del digitale, la tutela del diritto d’autore è spesso stata messa in discussione in numerosi processi giudiziari e non.

Così, nel 2019, l’Unione Europea ha pubblicato la direttiva 790 con l’obiettivo di «armonizzare il quadro giuridico applicabile al diritto d’autore… tenendo conto degli utilizzi digitali e dei contenuti protetti».

Diritto d’autore e IA – L’articolo 17: l’uso dei contenuti online

Al capo 2, articolo 17, del provvedimento si legge che un prestatore di servizi di condivisione online (esempio YouTube ndr), deve ottenere l’autorizzazione tramite un accordo di licenza per pubblicare i contenuti.

Questa autorizzazione, che spesso viene accordata in automatico sulle piattaforme, può avvenire tramite la conclusione di un accordo di licenza e con l’obiettivo di rendere disponibili al pubblico opere o altri materiali.

L’articolo 18: il pagamento dei diritti d’autore

Il capo terzo del documento si apre con l’articolo 18 che afferma il diritto, per gli autori e gli artisti, a ricevere un pagamento adeguato sulle loro opere coperte dal diritto d’autore.

In particolare, la direttiva 2019/790 chiarisce che «gli autori e gli artisti (interpreti o esecutori), se concedono in licenza o trasferiscono i loro diritti esclusivi per lo sfruttamento delle loro opere o altri materiali, abbiano il diritto di ricevere una remunerazione adeguata e proporzionata».

L’articolo 18 rappresenta un’importante evoluzione nel settore del digitale perché riconosce il diritto a ricevere un adeguato compenso anche a coloro che pubblicano le proprie opere solo online e non su supporti fisici (esempio articoli web e non su rivista ndr).

L’articolo 19 introduce invece il concetto di trasparenza. È diritto degli autori e degli artisti ricevere, almeno una volta l’anno, informazioni sullo sfruttamento delle proprie opere per le quali hanno ceduto i diritti di utilizzo.

Tra questi dati possono esserci, per esempio, il numero di visualizzazioni, di click e di contenuti scaricati, così come l’ammontare delle vendite di quel determinato prodotto.

Il tema della trasparenza è centrale nell’agenda politica dell’Unione Europea.

Questo concetto rappresenta anche uno dei capisaldi del GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali pubblicato nel 2016.

La differenza con il copyleft

Al concetto di copyright, in particolare negli ultimi anni, si oppone quello di copyleft. Si tratta del cosiddetto “permesso d’autore” e prevede la possibilità di utilizzare in modo gratuito l’opera nel rispetto di alcune condizioni.

Sono molti gli autori e gli artisti che scelgono di tutelare i propri prodotti con il copyleft, per concedere il libero utilizzo delle proprie opere a fini accademici, culturali e pedagogici.

I sistemi di licenze legate al copyleft sono molti. Tra questi c’è il Creative Commons (CC) che prevede quattro sub-autorizzazioni che consentono differenti azioni sulle opere vincolate:

Il copyleft ha un grande potenziale. Oltre che rendere molto più accessibili opere come fotografie, immagini, canzoni e quant’altro, prevede che le licenze siano combinabili tra loro.

È possibile quindi trovare, per esempio, un’opera coperta da licenza CC NC-SA. In questo caso è possibile usufruire e modificare liberamente il prodotto, a patto che non venga usato per fini commerciali.

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Quando si parla di copyright e intelligenza artificiale è inevitabile citare il caso Midjourney, che riguarda un processo giudiziario terminato di recente negli Stati Uniti d’America e vede, come protagonista, il tema delle opere realizzate con IA.

Matthew Allen, un cittadino statunitense, ha prodotto con l’uso della piattaforma Midjourney, un’immagine titolata “Théâtre D’opéra Spatial“. Grazie a quest’opera, Allen è riuscito a vincere una competizione organizzata lo scorso anno dalla fiera statale del Colorado.

Dopo la proclamazione della sua vittoria è scoppiato il caso giuridico che ha visto coinvolta anche l’Agenzia governativa americana per la tutela del diritto d’autore. La sentenza definitiva è arrivata lo scorso 5 settembre: “l’opera non può essere registrata perché non soggetta a tutela legale”.

Al momento, anche in Italia e in Unione Europea, tutti i giudici e i legislatori hanno sposato la linea americana del non riconoscere le opere create con IA come tutelabili con il diritto d’autore.

Video guida di iapertutti.it che spiega come usare bene Midjourney per generare immagini con l’intelligenza artificiale

“È tutelabile solo una parte dell’opera”

Matthew Allen ha cercato di far valere le sue motivazioni e ha spiegato al giudice la complessa procedura seguita per l’ottenimento dell’immagine. Secondo l’americano, infatti, sono state necessarie 624 tra richieste testuali e modifiche di prompt, ossia delle istruzioni fornite all’intelligenza artificiale.

L’autore ha anche dichiarato di aver personalmente modificato l’immagine con altri programmi quali Photoshop: «L’opera generata dall’intelligenza artificiale costituisce semplicemente materiale grezzo che il signor Allen ha trasformato attraverso il suo contributo artistico», si legge negli atti.

Nella sentenza il giudice ha respinto la richiesta di Allen spiegando che solo le parti del dipinto modificate con Photoshop costituivano un lavoro originale. L’intervento dell’intelligenza artificiale ha reso però il diritto legale di tutela inapplicabile.

Cos’è Midjourney?

Midjourney è uno dei vari generatori di immagini, presenti oggi nel mondo del web, che sfrutta l’intelligenza artificiale.

Ogni utente può creare delle immagini dando alla piattaforma, attraverso una chat, delle istruzioni ben definite (sono chiamate tecnicamente prompt ndr).

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Il diritto d’autore si applica alle opere create da animali?

La sentenza del caso Midjourney segue una serie di interpretazioni delle norme sul tema del copyright emerse negli anni passati. Una di queste riguarda proprio l’applicazione del diritto d’autore su opere create da animali.

Cercando sul web ci si può imbattere facilmente in video reali di animali da compagnia che realizzano opere d’arte. È nota la storia di Pigcasso, il maialino salvato dal macello e autore di numerosi quadri. Negli anni passati, le sue opere sono state vendute per circa un milione di euro.

Bene, per la giurisprudenza americana i suoi quadri non avrebbero diritto alla tutela del copyright. A confermarlo è stata una sentenza del 2018 che vedeva protagonista una fotografia scattata da un macaco.

Per la magistratura, la foto era di pubblico dominio visto che “gli animali non detengono il diritto d’autore”. 

Come posso proteggere i miei diritti d’autore?

Per proteggere i propri diritti d’autore è consigliabile apporre il simbolo del copyright (©), seguito dall’anno di creazione e dal nome dell’autore sull’opera stessa.

Inoltre, è possibile registrare l’opera presso gli appositi uffici del diritto d’autore e del copyright del Paese di residenza per avere una prova legale della propria proprietà.

Ricorda che il copyright non è paragonabile a marchi o brevetti che invece seguono una legislazione differente. Il marchio infatti protegge nomi, slogan, loghi di brand e altri segni identificatori, mentre i brevetti tutelano le invenzioni.

Per ottenere il permesso a utilizzare un’opera protetta da copyright, è necessario contattare direttamente l’autore, la persona o l’ente che detiene i diritti d’autore.

Di solito è prevista la firma di un accordo o il pagamento di dei diritti d’autore.

Conoscere il copyright e il diritto d’autore è fondamentale perché consente di rispettare i diritti degli autori e degli artisti e di evitare problemi legali legati all’uso non autorizzato di opere protette.

Inoltre, una comprensione adeguata del copyright può aiutare le persone a gestire meglio le proprie creazioni e a ottenere benefici economici da esse.

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